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Immagine del redattoreAnna Maria

Roma

Aggiornamento: 22 gen 2022

10. - 20. Gennaio --- 75. - 85. giorno di viaggio


Mi sembra che sia già passato tantissimo tempo da quando sono partita dal maneggio Ficoraccia… Quel giorno passai da un vecchio mulino e una bellissima cascata, prima di entrare nella periferia di Roma. Lì dovetti percorrere tanti kilometri lungo la Cassia, una strada molto trafficata. I cavalli però restarono calmi, anche se le macchine, i camion, i pullman e i motorini passavano costantemente e ad alta velocità. Poco dopo aver oltrepassato il Grande Raccordo Anulare ci inoltrammo in una stradina alla nostra sinistra e arrivammo al centro ippico Invicti, che ci ospitò quella sera. Il proprietario, di origini siciliane, mi invitò a dormire in casa e fu una bella serata, piena di risate e chiacchiere.

La partenza il giorno dopo si ritardò parecchio, parlando e facendo conoscenza con varie persone. Da lì passai nel Parco dell’Insugherata, che mi permise di avvicinarmi al centro della metropoli tramite piccoli sentieri nel bosco. Da lì in poi camminai sulle strade trafficate, fingendomi una bici molto molto lenta… Una volta mi capitò di sbagliare strada, e dato che era senso unico, dovetti fare tutto un lungo giro per prendere la svolta giusta. A un certo punto riuscii a trovare la pista ciclabile che mi permise di evitare il traffico peggiore. Rimasi stupita, però, da quanto bene abbia funzionato tutto. Mai ci fu una situazione difficile o pericolosa, e la gente era carinissima. A volte mi fermarono per strada, a volte mi inseguirono con le macchine per poi fermarsi accanto a me e chiedermi le solite cose. Reazioni tutte quante positive! Passare davanti al Vaticano, al Colosseo, all’antica Roma in sella al mio Bamiro e con Rhiannon e Sparta accanto fu un’esperienza unica e emozionante. Se già mi affascinano i ruderi di vecchi casali, potete immaginarvi cosa ho provato di fronte a questi monumenti antichi… Mi fermai nel maneggio dei Cavalieri dell’Appia Antica, dove incontrai Davide, che il giorno seguente mi portò a fare un giro turistico a cavallo sull’Appia Antica. Che cosa strana, vedere i residui di questa civiltà, abbandonata, a volte coperta di rovi, senza descrizioni, buttati lì nel prato, con le mucche che ci pascolano attorno…

Dopo un giorno di tregua, ci incamminammo di nuovo sull’Appia Antica, per lasciarci Roma alle spalle e dirigerci verso sud. Seguii la Via Francigena del Sud e scoprii presto che non ha niente a che fare con quella che porta a Roma. Le strade, prima quasi sempre sterrate, ora erano asfaltate, i sentieri non curati e impossibili da percorrere a cavallo. Era già tardi, quando passai Genzano di Roma. Poco prima di arrivare alla mia meta, girando a destra verso ovest, venni sorpresa dal sole, che stava tramontando sul mare e sembrava lo stesse infiammando. Fu così travolgente perché non mi aspettavo né il tramonto, né il mare. Fui sopraffatta da sentimenti di pura felicità e non riuscii a distogliere gli occhi da quella meraviglia.

Mi fermai da un gentilissimo signore, Lino, un vero trekker fino a poco tempo fa, che conosce a memoria tutti i sentieri che portano in Abruzzo e Molise. Mi fece dormire in una capanna dei briganti, ricostruita come quelle che c’erano anni fa. Mi raccontò la storia di queste strutture e molte altre storie dei trekking che fecero lui e altri amici. Mi invitò a tornare e fare la traversata degli Appennini. Mi piacerebbe farlo, dopo aver raggiunto la Sicilia. Mi piacerebbe vedere ancora così tanto della nostro bel paese!

La mia meta successiva era vicino al mare. Roberto mi aveva contattato un po’ di tempo fa per via delle scarpette che ho per i cavalli e mi aveva invitato a rifocillarmi a casa sua quando sarei stata in zona, e così feci. Mi fermai da lui per due o tre giorni. Lui è una di quelle persone di cui non mi scorderò mai, che rimarranno impresse nel mio cuore. Non mi ricordo l’ultima volta che ho parlato così tanto!

Ripartii molto pensierosa e con sentimenti contrastanti. Quella sera venni accolta da un gruppo di Butteri a Cisterna di Latina, che mi accudirono con un’ospitalità immensa e mi fornirono più del necessario per me e i miei animali.

Da lì i sentieri migliorarono. Trovai più stradine sterrate, soprattutto costeggiati da kiwi o canali. Non stavo più seguendo la Francigena del Sud, ma il percorso a me consigliato dai miei ospiti.

Mi diressi verso Borgo Faiti, dove tramite un amico trovai ospitalità da una famiglia di allevatori. Anche da loro mi trovai benissimo e venni indirizzata a un maneggio a Borgo Hermada, per la sera prossima. Passai tutta la giornata a costeggiare il fiume Sisto, che mi portò verso Terracina.

Ed eccomi qua oggi, al riparo accanto ai box dei miei cavalli, con la pioggia che batte sul tetto della scuderia. Un giorno di riposo, poi si riparte domani.


17. Gennaio- Direzione sud e pensieri di oggi

C’è una cosa strana in sti viaggi..

Come alcuni di voi già sanno, il terreno in Sicilia che volevo comprare col mio ragazzo, per me non ha più senso prenderlo, per vari motivi, tra cui quello che nuovamente, come in Piemonte, non potrei fare quello che vorrei, perchè le particolarità del terreno non lo permettono. Quindi in teoria è scomparso il motivo principale del viaggio, cioè quello di trasferire i cavalli. Mi sono già chiesta due tre volte, fermandomi in dei bellissimi posti, incontrando persone che mi ispirano, a cui mi affeziono, un posto dove ci sarebbe magari lavoro e un futuro: perchè non mi fermo qua?

E ogni volta, dopo aver salutato quel bel posto, quelle belle persone, dopo quella malinconia, trovo la felicità assoluta, di essere in sella, di macinare chilometri su chilometri, giorno dopo giorno, di andare incontro all’ignoto, di scoprire nuovi paesaggi, di incontrare nuove, fantastiche persone...

Anche se una parte di me resterà sempre con quelle belle persone, in quei bei posti, non mi sento affatto sperduta. Mi sento più me stessa che mai, più felice, più triste, più viva...

Da sola, con il ritmo costante degli zoccoli che toccano la terra, la mente vaga. Non so se mai mi fermerò in un posto per tutta la vita, ma sento che c’è qualcosa che mi aspetta, qualcosa che fermerà la nomade che c’è in me..




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